Ditemi per favore chi pensa del Pd, nel Pd, al Pd: il caso Cancellieri rappresenta infatti il cosiddetto “caso di scuola”, buono per illuminare presente e futuro di questo partito così importante per la democrazia italiana e così inadeguato nella crisi profonda del Paese.
Vediamo:
1) L’avversario del Pd – cioè il suo alleato al Governo… – si sta sfarinando da un pezzo e sabato ha sancito comunque un epilogo, serio o semiserio che sia.
2) Da due settimane abbondanti è in scena il “caso Cancellieri”, cioè un Ministro della Giustizia pompato un po’ da tutti, a partire dal Quirinale, che nella gravissima vicenda Ligresti ha giocato un ruolo che dire “poco chiaro” è eufemistico. Per molto molto meno il Ministro Idem order viagra no prescription venne spinta (giustamente) a dimettersi.
3) Nel caso Cancellieri ci sono tutti i presupposti per una bruttissima storia anche solo in superficie, per l’opinione pubblica, figuriamoci per coloro che sono nelle stanze del potere e dovrebbero sapere tutto o quasi già in anticipo.
4) Il Pd ha la possibilità di difendere immagine e sostanza di sé come partito e di sé come garante in primis di questo governo (qualunque opinione se ne abbia…) assumendo una posizione chiara, qualunque sia, di “forza”, difendendo la Cancellieri per (temo malintesa e sospetta) ragion di Stato, oppure sempre di forza chiedendone le dimissioni per manifesta impresentabilità.
5) Invece come sempre si divide e tentenna, e espellerà la Cancellieri ad horas solo perché costretto dal succedersi degli eventi (di cui ripeto si sa sempre troppo poco e comunque assai meno di quello che sa chi deve sapere).
6) Poi, al momento delle urne, si chiedono perché non vincono mai. Già, perché?